Anche
oggi è spuntata l’alba, È normale: ormai
ci siamo abituati ad
attendere "sorella alba, frate sole, sorella pioggia, frate
vento, sorella neve" ecc. Pensiamo sia un nostro
diritto.
Eppure
ciò non è scontato. Per molti, per troppi nostri fratelli e sorelle l’alba, il sole, la pioggia, il
vento, la neve hanno un altro colore e... forse un altro sapore. Sanno che non è un loro diritto. Da tempo questo diritto,
ingiustamente, altri l’hanno loro conculcato.
Per
questi fratelli, e son
tanti, troppi: l’alba non spunta, non il sole, la pioggia,
il vento, la neve. Non
se ne accorgono, come noi non ce ne accorgiamo; essi perché l’attesa è verso altra realtà, noi perché occupati e
preoccupati in altre cose.
Per
alcuni l’ATTESA è la libertà, è la pace, è il dolce
e severo equilibrio dei diritti
e dei doveri, il caldo desiderio di un amore serio, l’urgenza di una famiglia
unita, il bisogno primario della vita.
L’ATTESA di
poter pensare liberamente e liberamente decidere: della propria
terra, del proprio
denaro, del frutto del sudore del proprio lavoro: finalmente, della propria anima e del proprio
destino.
L’alba per
molti rifugiati, perseguitati, sequestrati, inibiti, terzimondiali,
per tutti i poveri e gli indifesi, non é la stessa che quella del mondo apparentemente sicuro e
autosufficiente per il proprio progresso e le proprie produzioni.
Così
anche se il sole sorge per tutti, dono della sorella e madre provvidenza, non tutti riscalda
ugualmente, non a tutti
da la vita serena e gioiosa...
Altri sono i raggi del sole che illuminano un uomo
libero; altri quelli che riscaldano un uomo schiavo; altre le stelle che guidano verso
la capanna, altre quelle che guidano verso la tomba.
Occorre che l’ATTESA sia
uguale per tutti; che per tutti, almeno la forza ed il dono della natura, abbiano
gli stessi valori e portino gli stessi effetti. La giustizia comincia da qui: la natura, il creato, la terra, il
sole, la pioggia, la neve, l’alba devono avere per tutti lo stesso significato, a tutti dare i
medesimi benefìci. Una corresponsabilità adulta nella gestione delle risorse
della terra; una condivisione non solo delle povertà, nuove ed antiche, ma anche delle ricchezze,
moderne e postmoderne; una giustizia universale, più vicina alla carità, che alle
statistiche fredde di una logica senza cuore; itinerari possibili
perché:
domani ti possa accorgere che è sorta un’alba
nuova,
e nuova non solo per te,
ma anche per gli altri.
Che, per tutti, i raggi del
sole portino vita e che la stella di Betlemme sia
luce di speranza e dono di libertà.
fra
Luigi Monaco