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P. Luigi: Il Seminatore

di Antonio Ferrigno

 

“Ascoltate.

Ecco uscì il seminatore a seminare.

Mentre seminava una parte cadde lungo la strada

e vennero gli uccelli e la divorarono.

Un’altra cadde tra i sassi, dove non c’era molta terra……”

(Vangelo di Marco)

 

          Dalle poesie di P. Luigi:

…Avevo imparato da esperte mani a non mietere dove non avevo seminato…

…Il seme marcisce prima di nascere…

… Speranza rubata ai miei vergini giorni, all’ombra del pianto: seminata tra i rovi…

…Ora occorre partire con nuovi semi per nuove terre…

…E l’estremo singhiozzo nel dire addio ad un uomo che voleva mietere prima di seminare…

…Spesso l’albero non dà frutti…

…Non puoi immaginare il turbamento seminato nel mare profondo del mio essere…

…Solo il tuo ritorno potrà far arrivare la primavera che oggi è tanto lontana…

…Non recidere il fiore nato tra la petraia della mia terra arida…


…Un fiore può morire, la speranza no…


…Urge, come bimbo che vuol nascere, che il mio corpo sia seminato nella terra…   

…Questa vita è passeggera: siamo seminati per l’eternità, con il corpo glorioso…


…Mai tacerà questo pianto che irriga la terra e nutre il grano…


…I miei ardenti giorni di solerte contadino…

…Parleranno un linguaggio che non è evangelico e vorranno seminare in te senza pagare di  persona…

…Nella selva più vergine nascono i fiori più profumati…

…Abituata come sei, a non fermarti alla corteccia, ma a scendere alle radici che penetrano nel cuore della madre terra…

…Molti vorranno diventare tuoi agricoltori e tue massaie…

…Solo! Resterò ad innaffiare questa mammola, ad irrorare il solco…

…Il seme spesso è perso o quando dà il frutto sono altri a mangiarlo…  

…Voglio essere come te seminatore di pane: dare tutta la mia vita e sperare oltre la morte: il raccolto verrà…

…La speranza non è seme ma pianta che vive. Solo una volta fu sotterrata poi fu albero per donare…

…I semi andarono lontano…

 

Queste sono le parole che spesso usava P. Luigi.
Egli dedicava le sue poesie
“ai seminatori che non raccolsero frutti” e si firmava l‘ultimo dei fratelli, un contadino selvatico…    un contadino maldestro più atto a zappare che a seminare…” e non fu certo un caso che quando arrivò al convento di Piedigrotta, nel 1980, nel primo incontro con i giovani venne letta la parabola del seminatore.

Questo è stato per noi Padre Luigi.

Un contadino che ha seminato a piene mani …dando tutta la sua vita e sperando oltre la  morte: il raccolto verrà”.

 

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